‘900 +cento
Concorso internazionale di progettazione per l’ampliamento del Museo del ‘900 di Milano
1/3 Dialogo Museo del Novecento e Secondo Arengario
Vorremmo che la profonda evoluzione storica fosse la struttura che accompagna il nuovo museo a partire da una passerella non finita che viene a trovarsi in un passaggio tra due edifici molto complesso perché si affaccia da un lato sulla piazza Duomo generata dai secoli e dall’altro su una piazza più recente che annuncia l’espansione nascente di fine secolo del Real Estate.
Questa passerella diventa un pezzo non finito, un palcoscenico che gli artisti, veri protagonisti del museo, dovranno poter completare con loro istallazioni e performance andando a definire di volta in volta un passaggio e un pezzo diverso di secolo. Una passerella che si affaccia sullo spazio di un particolare momento del 900, che deve invitare il pubblico non solo a vederlo trasformare nel tempo ma anche a percorrerlo e a partecipare diventando parte non solo del paesaggio ma anche della storia artistica custodita. Un pezzo di futuro.
Pensiamo che questa passerella completi e prolunghi il percorso pubblico della rampa del primo Arengario e inviti ad accedere alle esposizioni del secondo Arengario o a scendere verso gli spazi pubblici dei piani bassi.
2/3 Inserimento dell’opera nel contesto
Lo spazio pubblico abitato dovrebbe tornare a vivere attorno e dentro il museo. Vorremmo che lo spazio auditorium sprofondasse al piano meno uno e si aprisse come uno squarcio nella piazzetta sotto il nostro Arengario dove gli ingressi del nuovo museo e della libreria si aprissero per accompagnare il pubblico dal piano terra ai seminterrati ma anche su al bookshop e zona bar fino alla nuova passerella, che invitasse il pubblico a salire verso le mostre.
Uno spazio pubblico che non rimane a livello del terreno ma cresce e si impossessa dell’edificio.
Lo spazio sotto il nostro Arengario crediamo debba essere libero per la circolazione, concedere un riposo dal sole e dalla pioggia per aprire la mente all’arte.
Questo spazio espositivo interno sarà caratterizzato dalla presenza di alcuni vuoti che lo attraversano, generati partendo dallo studio di Archipenko e Boccioni sull’inversione di pieni e vuoti.
Abbiamo generato a partire dal capolavoro di Bocconi una serie di camminatori che si sovrappongono e penetrano nell’Arengario svotandolo e creando spazi che possono essere piedistalli, vuoti, passerelle, cupole chiuse
3/3 Fattibilità tecnico gestionale, in relazione agli aspetti manutentivi e alla sostenibilità ambientale ed energetica
Per conservare bisogna modificare. Per farlo bisogna chiedersi perché lo si fa e per chi.
L’interno è caratterizzato da una struttura completamente nuova mutevole e trasformabile in futuro grazie alla realizzazione di un nuovo sistema strutturale che integra flessibilità, leggerezza e gli impianti di ventilazione e riscaldamento. La sottile soletta viene sostenuta da un sistema di tiranti in intradosso ordito secondo due direzioni principali, in grado di ospitare forometrie ampie secondo le esigenze funzionali anche future.
Uno spazio che muta e potrà mutare.
Progetto Architettonico: Roccatelier associati + Arch. Alessio Pollini
Artista: Loris Cecchini
Consulente arte contemporanea: Roberta Melasecca
Concorso | Progetto Architettonico
Cliente:
Comune di Milano