Intervista a Laura Rocca

Tratto dal volume: “Real Estate 30 talenti per il futuro” 2009 di Guglielmo Pelliccioli

L’architettura per nascere ha bisogno di un padre e di una madre: il padre è il committente e la madre è l’architetto”: parola di Filarete che Laura Rocca, architetto, condivide in pieno aggiungendoci di suo un enigmatico “ Noi costruiamo ciò che siamo”. Che fa architetto, la butta sulla filosofia?

No guardi lungi da me l’idea di fare discorsi difficili! Voglio solo dire che è importante istaurare un buon rapporto tra chi progetta e chi utilizzerà gli edifici. Le faccio un esempio: quando mi hanno proposto di progettare un asilo ho chiestodi poter parlare con le maestre e di visitare altri asili, prima tra tutti quelli all’avanguardia didatticamente di Reggio Emilia. Solo dopo questa fase io e i miei collaboratori di studio abbiamo sottoposto alle maestre un’ipotesi di progetto. Le posso assicurare che quando le persone si riconoscono nell’edificio in cui devono vivere o lavorare si è risolto il problema e si “ rischia” pure di stare nel budget”.

Sarà Laura ma, così facendo, non viene meno la libertà creativa dell’architetto che, in fondo, è il suo valore aggiunto?

No perché l’architetto deve guidare il cliente e arrivare a costruire l’edificio senza imporre la sua volontà. Ovviamente la sua capacità tecnologica non deve andare dispersa ma utilizzata laddove può portare un particolare contributo di idee originali”

Mettersi in proprio per un giovane professionista è sempre un’esperienza stimolante ma non priva di rischi: occorre farsi conoscere ed accettare dal mercato dei committenti. Qual’ è il criterio per valutare la qualità di un bravo architetto?

di sicuro dico la creatività purché accompagnata da adeguate conoscenze tecniche; poi aggiungerei delle ottime capacità organizzative perché quando bisogna accompagnare il processo progettuale occorre anche saperlo realizzare. In definitiva direi idee, conoscenze e capacità organizzative “.

E se l’architetto è donna deve aggiungere qualche altra capacità?

Ho la sensazione che l’architetto donna sia molto accettato se fa degli interni; per l’architetto che sta in cantiere invece è un po’ più difficile. Bisogna porsi in modo collaborativo. Quando si trova l’impresa che capisce questo impegno credo che si arrivi sempre ad un buon risultato e si instaura un buon rapporto anche in cantiere. E’ così che nasce il rispetto reciproco”.

Architetto Rocca, esiste da parte della committenza privata, una certa resistenza ad affidarsi ad uno studio d’architettura paventando chissà quale levitazione dei costi. Certamente rivolgere a Lei questa domanda è un po’ ( tanto) di parte però ci suggerisca alcune motivazioni valide per avvalersi delle prestazioni di questo professionista mezzo artista e mezzo tecnico

l’incidenza dei costi di un architetto varia tra il 5 e il 7 % delle spese complessive, lo stesso che se si andasse da un geometra. Però sono costi che uno risparmia perché un professionista esterno ti aiuta a costruire dando un giusto valore ai costi complessivi dell’edificio”

Condividi

Lasciateci un commento qui sotto oppure una recensione sulla nostra pagina Facebook

facebook.com/roccatelier.associati